Già nel 2021 la crisi pandemica Covid-19 aveva fatto emergere le fragilità delle catene di fornitura con effetti sia per le imprese – che si sono trovate in una situazione di scarsità degli input produttivi – sia per i cittadini – che hanno visto svuotarsi gli scaffali dei supermercati.
Con lo scoppio della guerra in Ucraina e la conseguente crisi energetica, le fragilità del sistema agroalimentare si sono ulteriormente accentuate: i costi produzione sono aumentati complessivamente di circa il +33% per un esborso aggiuntivo di 8 miliardi di Euro su base annua – gli aumenti dei prezzi sono stati particolarmente accentuati in alcune categorie di prodotti, ad esempio concimi (+170%), energia (+80%) e mangimi (+50%). Gli effetti dell’aumento dei prezzi hanno ripercussioni sia sulle imprese della filiera agroalimentare – con pressioni sui margini di sostenibilità economica – sia sulle famiglie – il cui carrello della spesa viene a costare sempre di più.
La crisi in Ucraina ha enfatizzato la discussione sull’autosufficienza alimentare con l’obiettivo di rendere il Paese meno vulnerabile in caso di crisi geopolitiche. Ad oggi, le implicazioni della guerra in Ucraina non sono ancora chiare, ma certamente sarà fondamentale ripensare per il futuro nuovi modelli di gestione del settore agroalimentare con l’obiettivo di creare un ecosistema che sia competitivo e innovativo ma nel contempo anche resiliente e robusto capace di fronteggiare le sfide future.
Il Phygital Meeting “Le implicazioni della crisi ucraina sulla filiera alimentare nazionale: la visione macroeconomica, le azioni della filiera e il ruolo della ricerca” avrà l’obiettivo di stimolare un dibattito con gli stakeholder più qualificati per identificare le possibili implicazioni geopolitiche sulla filiera agroalimentare, definire potenziali strategie per rafforzare il posizionamento degli stakeholder nazionali e prospettare il ruolo della ricerca e dell’innovazione per promuovere una maggiore resilienza del settore.